sabato 29 novembre 2008

Fiócô


Fiócô,
el faméi el maiócô,
el padrù la vardô dal cantù
con tant d'uciù


Citata da mio zio Bruno


mercoledì 26 novembre 2008

La storia siamo "solo" noi



Stasera nel programma "La storia siamo noi" si è parlato di Vasco Rossi.

Ho imparato a suonare la chitarra per poter cantare le canzoni del Vasco, ma era tanti anni fa, e il Vasco non era ancora santo.
Era un drogato, alcolizzato, "fatto", come ne ebbe a scrivere Nantas Salvalaggio. Un cattivo esempio.
Quando nel 1982 lo vidi a SanRemo con "Vado al massimo", mia mamma non era contenta che mi piacesse.
"Colpa d'Alfredo" non passava in Rai, perché censurata.
"Bollicine" era un inno alla droga e con buona pace di tutti si fece anche 22 giorni di prigione proprio per detenzione di cocaina...

Ma ne è uscito, e se parli coi ventenni di oggi, si meravigliano che Vasco fosse visto così, non ne hanno la percezione.
Adesso Vasco è sinonimo di rock, di folle oceaniche, di bei messaggi.
Adesso Vasco è "La storia siamo noi".

Resta il mio cantante preferito, ma lo preferisco in "Vita spericolata", o in "C'è chi dice no", piuttosto che ne "Il mondo che vorrei".
Vasco è Vasco quando canta "Siamo solo noi".
Quando canta "Liberi liberi" è un buon cantante, ma non è più il Vasco.
Si è scritto quasi tutti i testi, un bel po' di musiche, soprattutto all'inizio, anche se quelle delle sue canzoni più belle non sono sue.
Ma è come le interpreta che lo rende unico.
Quelle venti parole che rendono più di 20 pagine.
Quei ritratti di donne dipinti con la musica, come solo lui sa fare.

E il cantante che non chiamavano per fare i concerti per la pace, perché chiamavano quelli "alla Baglioni".
Il cantante che a SanRemo è andato via a metà canzone, traballante, portandosi via il microfono.
Il cantante di chi andava a letto la mattina presto, di chi se ne frega di tutto, di chi non Vespa più e si fa le pere...
Ecco, proprio quel cantante
adesso è diventato storia.


lunedì 24 novembre 2008

A Novembre

C'è una canzone di Giusy Ferreri, la vincitrice di X-Factor, scritta da Tiziano Ferro e dedicata ad un mese che mi piace.
E' vero che è il mio mese, del mio compleanno; ma è il periodo in cui mi trovo meglio.
Quando i campi hanno quel colore marrone bagnato e il verde carico intorno, e gli alberi sono spesso nascosti dalla nebbia.
Quando piove spesso e si fanno strati di foglie cadute.
Quando il sole è una palla sfumata e lo puoi fissare.
Quando la natura si ferma e aspetta.

E vorrei fermarmi anch'io
e aspettare.